La storia della chiesa di S. Andrea Apostolo
La chiesa parrocchiale di S. Andrea in Tortoli sorge nella parte sud del paese, non lontano dalla sponda sinistra del Rio Foddeddu.
Il suo snello campanile e la sua cupola ne caratterizzano e ingentiliscono il panorama.
La chiesa ha una storia gloriosa culminata nel periodo in cui è stata cattedrale della diocesi dell'Ogliastra, cioè dal 1824 al 1927, quando Tortolì fu sede episcopale.
Oggi è una importante parrocchia, la "Parrocchia Madre" della cittadina, giacché, dopo il grande sviluppo urbanistico di questi ultimi decenni,che ne ha fatto il centro più popoloso
dell'Ogliastra, ne sono sorte altre tre: nel 1968 quella della Madonna Stella Maris, nella frazione di Arbatax , nel 1986 quella di San Giuseppe, nel rione di Monte Attu ed ultima quella di San
Giorgio, realizzata nel 1997 tra Porto Frailis ed Arbatax.
IL MISTERO DI " PORTUS ELIE"
La scarsità di documenti rende difficile tracciare precise linee di storia della chiesa. Le stesse origini del paese sono misteriose. Sembra che il nome "Tortolì" possa derivare da
"Portus Eliae" giacché il paese sarebbe sorto accanto a una chiesetta di S. Elia, che era la prima chiesa parrocchiale.
Qualcuno ha ipotizzato che il paese sia stato fondato, certo prima del X sec, da famiglie di marinai cagliaritani che curavano il commercio del sale e che portavano in Ogliastra, con le loro
barche, il prezioso materiale.
Il porto di partenza era ad est della città di Cagliari, accanto al promontorio di S. Elia, sulla cima del quale vi era un monastero ed una chiesa dedicati al Santo. Essi, insediandosi col tempo
sulla costa ogliastrina, vi avrebbero portato il culto del loro Santo. La parola "Portus Eliae", si sarebbe corrotta pian piano in Tortolì
Documenti d'archivio confermano l'esistenza dell'antica chiesa, ed il sito è ancora localizzabile esattamente tra le attuali via Dettori e via del Mercatino, dove era ubicato l'antico
cimitero.
Un documento del 1634 afferma con chiarezza, che la chiesa di S. Elia era "ohm paroquial de està villa". Altro documento del 1666 parla della "Iglesias de S Elia antigua".
UNA PICCOLA CHIESA DI S.ANDREA
Le prime testimonianze di una chiesa di S. Andrea sono legate ad un piccolo borgo che sorgeva sulle pendici del Monte Attu, a nord ovest del paese attuale, i cui abitanti, intorno
all'anno Mille, si trasferirono in pianura, costruendo al loro Santo una chiesa nuova.
Non sappiamo come la devozione a S. Andrea sia arrivata in Ogliastra. Possiamo ipotizzare che essa sia stata portata da mercanti cagliaritani che veneravano il santo, in una località accanto a
Quartu, S. Andrea appunto, dove ancora esiste una chiesa.
In Sardegna il culto del Santo può essere stato portato dai monaci bizantini che evangelizzarono l'Isola e in generale dalla Chiesa Bizantina nel cui menologio era in grande evidenza, nei secoli
della dominazione bizantina.
Le prime notizie certe sulla chiesa datano al XIV secolo.
Risale al 1386 una lettera del Re Petro IV di Aragona spedita a Petro de Armentera, monaco di San Saturnino in Cagliari, nella quale si parla della "Prebenda parrocchiale di Sant'Andrea in
Tortoli".
Doveva trattarsi di una chiesa piccola e povera, ma non priva di dignità, se era stata arricchita dai fedeli di uno splendido retablo che ornava l'altare maggiore.
Ne prese visione, nel 1806, la commissione istituita dall'Arcivescovo di Cagliari, Francesco Desquivel per raccogliere notizie sul culto di S. Giorgio di Suelli, Vescovo dell'Ogliastra nei luoghi
dove aveva esercitato il suo ministero.
San Giorgio era morto intorno all'anno 1050 e la fama della sua santità era più che mai viva anche per i miracoli che avvenivano nella sua tomba a Suelli.
La commissione affermò che nella chiesa di Tortoli il Santo era venerato e, sull'altare maggiore un dipinto lo raffigurava. A dire il vero la commissione trovò il retablo rimosso dall'altare
maggiore e posto provvisoriamente nel coro.
Più tardi, nel 1784 l'Arcivescovo di Cagliari Filippo Melano dice che la chiesa era "profonda, umida, bassa e stretta" non idonea per chiesa parrocchiale, tanto che pensò di trasferire la
parrocchia alla chiesa dei cappuccini.
Com'era dunque l'antica chiesa?
Mettendo insieme le varie notizie ed esaminando ciò che ne resta, sappiamo che era situata sulla sinistra della attuale chiesa e aveva come presbiterio il vano ancora esistente sulla sinistra del
coro.
Esso è voltato a botte e sulla parete est ha tre nicchie centrali.
Nelle altre pareti, sulla cui sommità corre una cornice a dentelli, si aprono oculi ottagonali con cornice in tufo.
Da questo si deduce che la chiesa era realmente stretta e si allungava forse sino alla cappella di sinistra della chiesa d'oggi, inglobando il transetto e l'attuale cappella del Rosario.
Quest'ultima, in epoca imprecisabile, fu ricavata dalla parte mediana della chiesa e voltata a sesto acuto.
Vi fu collocata una tela della Madonna del Rosario e un'altra raffigurante i confratelli, adattandone la sagoma superiore alla forma dell'arco gotico. Questa tela si trova nel lato destro del
coro, dietro l'altare maggiore.
LA NUOVA CHIESA
Ma negli ultimi decenni del 1700 si pose mano, con grande coraggio, alla costruzione di una nuova chiesa.
Doveva essere grande e spaziosa, degna della cittadina che stava crescendo rapidamente, anche nella prospettiva della ricostituzione dell'antica Diocesi di Suelli che era stata unita a quella di
Cagliari già dal 1420.
Tortoli aspirava a diventare Sede, ma doveva vincere la concorrenza di Barisardo che sotto la guida del parroco Don Bernardino Pes si stava dotando di una splendida chiesa con lo stesso
obiettivo.
Il progetto fu affidato a un valente architetto che potrebbe essere il Viana, cui si devono notevoli costruzioni sacre in Sardegna. Egli ideò una chiesa a croce latina, con corpo centrale a tre
navate scandito da archi a tutto sesto su pilastri quadrati e una cupola all'incrocio del transetto.
La facciata, con lesene e cornici, aveva un fastigio a doppia curvatura sulla cui sinistra svettava un elegante campanile. I lavori non dovettero essere brevi, e la scoperta di documenti di
archivio potrà permettere di precisare date e altri particolari.
La chiesa doveva essere terminata intorno al 1790.
Si dovette sacrificare gran parte dell'antica chiesa di cui rimasero pochi resti inglobati, come detto, nei locali a sinistra del coro, oggi sacrestia.
L'INTERNO DELLA CATTEDRALE NEGLI ANNI' 60
fasi del restauro della statua di Sant'Andrea apostolo, anno
1997
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7 NOVEMBRE 1995
RITROVAMENTO DELLA STATUA DI S. ELISABETTA D'UNGHERIA DURANTE I LAVORI DI RESTAURO DELLA CHIESA.
STATUA DOPO IL RESTAURO
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si ringrazia il Prof. Maria Antonio Pulina, di Ploaghe, per le foto concesse e per
l'eccellente lavoro svolto.