PARROCCHIA
SANT’ANDREA APOSTOLO
TORTOLI’
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ORARI SANTA MESSA
FESTIVI: 07.30 -- 10.00 -- 17.00
FERIALI: 17.00
23 FEBBRAIO 2025
IL BENE TRIONFA
ATTRAVERSO L'AMORE
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Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi
odiano benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi trattano male.
La rinuncia alla vendetta e alla violenza è la posta del Vangelo di oggi.
Al loro posto, Gesù impone ai suoi discepoli il principio della non resistenza al male e il comandamento dell’amore dei propri nemici.
È come se ci dicesse: non si trionfa sul male con il male; non si trionfa sulla violenza con la violenza. Il male e la violenza sono vinti quando li si lascia dissolvere, senza rilanciarli con una risposta analoga. L’odio non può essere distrutto che dall’amore che lo subisce gratuitamente. Non è vero che noi non possiamo evitare, a queste parole, un movimento di rifiuto? Non hanno l’apparenza della follia, abituati come siamo a vedere trionfare il potere e l’aggressività dei forti, mentre il male si accanisce sui deboli e i disarmati? Questi ordini non sarebbero il frutto delle divagazioni di un sognatore che non ha l’esperienza della crudeltà spietata del nostro mondo?
Di Gesù si può dire qualsiasi cosa, tranne che non abbia conosciuto la cattiveria. Egli ha conosciuto bene che cosa voleva dire essere detestato, spogliato, percosso e ucciso. Egli ha amato coloro che lo odiavano, ha dato più di quanto non gli fosse stato tolto, egli ha benedetto coloro che lo maledicevano. Solo così questa condotta viene giustificata. Non è qui un politico o sociologo di questo mondo che parla. Colui che parla ha superato il male attraverso la sofferenza. Ed è per questo che la sola giustificazione possibile di questi comandamenti di Gesù è la sua croce. Solo colui che dice “sì” alla croce di Cristo può obbedire a tali precetti e trovare nell’obbedienza il compimento della promessa contenuta in essi: il bene trionfa sul male attraverso l’amore.
Don Piero
PREGHIAMO
Padre
misericordioso, che fai sorgere
il sole sui buoni e sui malvagi,
rendici capaci di perdonare chi
ci fa del male,
affinché il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore.
Amen!
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MARZO DI SAN GIUSEPPE
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Ricordatevi, o gloriosissimo Sposo di Maria Vergine o mio dolcissimo
protettore San Giuseppe, che mai da nessuno si udì aver invocata la
vostra protezione e chiesto il vostro aiuto senza essere da voi consolato.
Con questa fiducia io vengo al cospetto vostro e a voi fervorosamente
mi raccomando. Deh! non abbiate in dispregio le mie preghiere, o
Padre putativo del Redentore, ma ricevetele pietosamente ed
esauditele. Così sia...
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Abbandonarsi nelle mani di Dio
“ La felicità non è una cosa che si compra al supermercato - sottolinea Francesco - la felicità viene solo nell’amare e nel lasciarsi amare”. “Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento; ma alla fine diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più. “La gioia non è l’ebbrezza di un momento: è un’altra cosa! La vera gioia non viene dalle cose, dall’avere, no! Nasce dall’incontro, dalla relazione con gli altri, nasce dal sentirsi accettati, compresi, amati e dall’accettare, dal comprendere e dall’amare; e questo non per l’interesse di un momento, ma perché l’altro, l’altra è una persona. La gioia nasce dalla gratuità di un incontro. Non ciò che è effimero dà la felicità, ma solo l’amore sazia la sete d’infinito che è in noi. Nella vita c’è il tempo della croce, ci sono i momenti bui che ci fanno sentire abbandonati da Dio e in questo silenzio di Dio occorre più che mai abbandonarsi nelle sue mani. Allora - osserva Francesco - si scende al “primo scalino della gioia” che è la pace, quella pace profonda che viene dall’affidarsi completamente a Dio. E’ una “gioia soprannaturale” che niente può distruggere e “si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza” che “le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie” perché “grande è la sua fedeltà”, come dice Gesù: “La vostra tristezza si cambierà in gioia” e “nessuno potrà togliervi la vostra gioia”. “La Buona Notizia è la gioia di un Padre che non vuole che si perda nessuno dei suoi piccoli.
a cura di Marco Ladu
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COME STA PAPA FRANCESCO?
Quella di Papa Francesco è una "condizione respiratoria tipica dell'età. Non sono a conoscenza del quadro clinico del Pontefice, ma so con certezza che al policlinico Gemelli sta ricevendo le migliori cure del caso. Non ha febbre e questa è già una buona notizia, ma Francesco è pur sempre un anziano vicino ai 90 anni, con patologie pregresse e una storia polmonare importante. Ecco perché ha bisogno di assoluto riposo. Il paziente deve collaborare, fare ciò che gli raccomandano i medici". Lo afferma all'Adnkronos Salute Massimo Galli, ex direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milan.
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Gesù ha completato la Legge con l'Amore
Gesù non è venuto per abolire la
Legge. No. Gesù ha solo
voluto rincuorarci a seguirla con il nostro occhio spirituale non con la direzione all'abisso nero, ma all'Abisso luminoso. Perché, se la paura di un castigo
può trattenere tre volte su dieci, la certezza di un premio slancia sette volte su dieci. Perciò più che la paura fa la fiducia. E Gesù vuole che noi l'abbiamo piena, sicura, per poter fare non
sette parti di bene su dieci, ma dieci parti su dieci e conquistare questo premio santissimo del Cielo. Gesù non muta un iota della Legge. E chi l'ha data fra i fulmini del
Sinai? L'Altissimo. Chi
è l'Altissimo? Il Dio uno e trino. Da dove l'ha tratta? Dal suo Pensiero. Come l'ha data? Con la sua Parola. Perché l'ha data? Per il suo Amore. Vedete dunque che la Trinità era
presente. Ed il Verbo,
ubbidiente come sempre al Pensiero e all'Amore, parlò per il Pensiero e per l'Amore. Gesù può, poiché tutto può, completare la Legge, farla divinamente completa, non quale la fecero gli uomini
che durante i secoli non la fecero completa ma soltanto indecifrabile, inadempibile, sovrapponendo leggi e precetti, tratti dal loro pensiero, secondo il loro utile, e gettandogli addosso tutte
queste macerie a lapidare e soffocare, a sotterrare e sterilire la Legge santissima data da Dio. Può una pianta sopravvivere se la sommergono per sempre valanghe, macerie e inondazioni? No. La
pianta muore. La Legge era morta in molti cuori, soffocata sotto le valanghe di troppe soprastrutture. Gesù è venuto a levarle tutte e, disseppellita la Legge, risuscitata la Legge, ecco che Gesù
la fa non più legge ma regina. Le regine promulgano le leggi. Le leggi sono opera delle regine, ma non sono da più delle regine. Gesù invece fa della Legge la regina: la completa, l'incorona,
mettendo sul suo sommo la corona dei consigli evangelici. Prima era l'ordine. Ora è più
dell'ordine. Prima era il necessario. Ora è più del necessario. Ora è la perfezione.
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Nota di Redazione
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