PARROCCHIA
SANT’ANDREA APOSTOLO
TORTOLI’

ORARI SANTA MESSA
FESTIVI: 07.30 -- 10.00 -- 18.00
FERIALI: 18.00
Domenica 30 MARZO
IV Domenica di Quaresima
MI ALZERO' E ANDRO' DA MIO PADRE

“Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te”...
Ma il padre disse ai servi:
“Presto, portate qui il vestito più bello…”
“O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione”: è con questa preghiera che apriamo la liturgia di questa domenica. Il Vangelo ci annuncia una misericordia che è già avvenuta e ci invita a riceverla in fretta: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”, dice san Paolo (2Cor 5,20).
Il padre non impedisce al suo
secondogenito di allontanarsi da lui. Egli rispetta la sua libertà, che il figlio impiegherà per vivere una vita grigia e degradata. Ma mai si stanca di aspettare, fino al momento in cui potrà
riabbracciarlo di nuovo, a casa.
Di fronte all’amore del padre, il peccato del figlio risalta maggiormente. La sofferenza e le privazioni sopportate dal figlio minore sono la conseguenza del suo desiderio di indipendenza e di
autonomia, e di abbandono del padre. La nostalgia di una comunione perduta risveglia in lui un altro desiderio: riprendere il cammino del focolare familiare.
Questo desiderio del cuore,
suscitato dalla grazia, è l’inizio della conversione che noi chiediamo di continuo a Dio. Siamo sempre sicuri dell’accoglienza del padre.
La figura del fratello maggiore ci ricorda che non ci comportiamo veramente da figli e figlie se non proviamo gli stessi sentimenti del padre. Il perdono passa per il riconoscimento del bisogno
di essere costantemente accolti dal Padre. Solo così la Pasqua diventa per il cristiano una festa del perdono ricevuto e di vera fratellanza.
Don Piero
PREGHIAMO
P
adre buono,
che in Cristo crocifisso e risorto
offri a tutti i tuoi figli l’abbraccio della
riconciliazione,
donaci la grazia di una vera conversione,
per celebrare con gioia la Pasqua dell’Agnello
Amen!
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Da domenica 30 marzo la Santa Messa vespertina,
festiva e feriale, verrà celebrata alle ore 18.00
Via Crucis
ogni venerdì di Quaresima
ore 19.00

Su Nenniri
Prendi i semi, seminali,
curalo e fallo crescere
per portarlo in chiesa GIOVEDÌ SANTO


Bentornato Papa Francesco !
Un filo mariano lega con premurosa discrezione, ma anche con effettiva presenza, i 38 giorni di degenza del Papa al Policlinico Gemelli. Un filo che si è palesato, infine, in tutta la sua forza, proprio nella domenica in cui Francesco ha potuto finalmente tornare a casa. Il Pontefice che non vedevamo di persona da oltre un mese (con la sola eccezione della foto distribuita domenica 16 marzo) è tornato in pubblico al momento dell’Angelus, preghiera mariana che tradizionalmente recita affacciandosi alla finestra del Palazzo Apostolico. Ma soprattutto, subito dopo aver lasciato l’ospedale, si è recato a Santa Maria Maggiore, per offrire alla Madonna un omaggio floreale che dice molto di più dei semplici fiori. C’è la gratitudine alla Madre celeste, che certamente lo ha protetto (come già fece con Giovanni Paolo II al momento dell’attentato) soprattutto nei due momenti in cui, come ha ricordato sabato il professor Sergio Alfieri, Francesco «è stato in pericolo di vita», durante la maxidegenza. C’è l’affetto per la Vergine di un Papa padre di tutti fedeli del mondo, che però si riscopre continuamente figlio e proprio per questo può dare testimonianza ancora più fulgida della sua paternità spirituale. Ma c’è anche l’esplicitazione di una spiritualità – anche questa profondamente mariana – del Papa venuto dalla fine del mondo. La spiritualità del cammino e del viaggio, si potrebbe dire. Sì, c’è un filo mariano che lega i 38 giorni di degenza. Un filo passato attraverso la recita quotidiana del Rosario per la salute del Pontefice, ininterrottamente dal 24 febbraio scorso. Su quel filo, il Papa dei gesti ha scritto, insieme con la Chiesa orante tutta intera, una delle sue catechesi più belle.
a cura di Marco Ladu
...verso la Prima Comunione, i ragazzi si preparano...

Domenica 30 marzo - ore 10.00
Presentazione
dei ragazzi alla Comunità
ore15.00 Festa per la Prima Confessione
La Prima Confessione è un momento importante per il ragazzo, perché lo aiuta a sentirsi meglio dentro e a capire quanto sia bello essere perdonati e avere la possibilità di ricominciare sempre da capo.

QUARESIMA
La potenza della preghiera di Maria e l'infinita carità di Gesù
Gesù era Dio fatto Carne. Una Carne che, per essere senza macchia, possedeva la forza spirituale per signoreggiare la carne. Eppure Gesù non ricusa, anzi invocò l'aiuto della Piena di Grazia, la quale anche in quell'ora di espiazione avrebbe trovato, è vero, sul suo capo il Cielo chiuso, ma non tanto che non riuscisse a strapparne un angelo, Lei, Regina degli angeli, per il conforto del suo Figlio. Oh! non per Lei, povera Mamma! Anche Lei ha assaporato l'amaro dell'abbandono del Padre, ma per questo suo dolore offerto alla Redenzione ha ottenuto per Gesù aiuto per superare l'angoscia dell'orto degli Ulivi e di portare a termine la Passione in tutta la sua multiforme asprezza, di cui ognuna era volta a lavare una forma e un mezzo di peccato.
Il dominio su se stessi e la sopportazione dell'offesa, carità sublime su tutte, la possono avere unicamente quelli che fanno vita della loro vita la legge di carità che Gesù aveva proclamato. E non proclamato solo, ma praticata realmente. Cosa sia stato per Gesù aver seco alla sua tavola il suo Traditore, il dover darsi ad esso, il dover umiliarsi ad esso, il dover dividere con esso il calice di rito e posare le labbra là dove egli le aveva posate, noi non possiamo pensare. I nostri medici e teologi hanno discusso e discutono sulla rapida fine di Gesù e le dànno origine in una lesione cardiaca dovuta alle percosse della flagellazione. Sì, anche per queste il suo cuore divenne malato. Ma lo era già dalla Cena. Spezzato, spezzato nello sforzo di dover subire al suo fianco il suo Traditore. Ha cominciato a morire allora, fisicamente. Il resto non è stato che aumento della già esistente agonia. Quanto ha potuto fare l'ha fatto perché era uno con la Carità. Anche nell'ora in cui Dio-Carità si ritirava da Gesù, ha saputo esser carità, perché era vissuto, nei suoi trentatré anni, di carità. Non si può giungere ad una perfezione, quale si richiede per perdonare e sopportare il nostro offensore, se non si ha l'abito della carità. Gesù l'aveva, e ha potuto perdonare e sopportare questo capolavoro di Offensore che fu Giuda.

PARROCCHIE CITTADINE
S. ANDREA AP. e STELLA MARIS
ORGANIZZANO
La Via Crucis per i bambini
e ragazzi del catechismo insieme
alle loro famiglie.
Mercoledì 2 Aprile ore 18,30 - Negli spazi della "SUGHERETA"



Nota di Redazione
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